Barbara Vincenzi
Piani (di) colore - Pensiero e materia -Progettazione e rigore sono alla base dell'intero percorso artistico di Vinicio Momoli, in una ricerca che affonda le radici nel minimalismo, corrente sorta negli anni Settanta da cui ben presto prende le distanze introducendo una vasta gamma di colore e liberandosi dalle rigidezze tipiche dell'astrazione geometrica. Classe '42, padovano di origine, Momoli va compreso appieno nell'attenta lettura della sua duplice natura: di architetto/designer e artista. Si svela così un tragitto più ampio che lo trova già attivo negli anni Settanta in America e Francia e, poi successivamente calca la scena artistica in Canada e Spagna. L'estrema disciplina è il caposaldo del suo lavoro che si svincola dall'angolo retto in un gioco di pieni e vuoti, di cromie e spessori in alternanza tra opere a parete e altre al suolo, in una disseminazione dell'ambiente tra quadro e installazione.
La fase progettuale rimane la matrice da cui poi sviluppare e far interagire i diversi livelli, piani di colore in un dialogo continuo tra idea e corpo. I suoi lavori spaziano dagli oggetti, alle installazioni ambientali tese a esplorare diverse tecniche e una grande varietà di materiali, e insieme penetrano sino alle radici profonde da cui nascono i rapporti tra spazio e opera d'arte. In questa mostra sono presenti una ventina di opere che testimoniano gli ultimi tre anni di lavoro in cui utilizza esclusivamente la gomma: l'ordine primario viene in parte superato dall'elasticità e corposità della materia. Le sagome si modellano come una 'pelle' sul supporto, superando i rigidi concetti, stratificandosi in piani e tracimando al di fuori delle cornici, per effetto di gravità proiettandosi verso l'esterno.
La materia plasmata si fa erede di concetti remoti: la gomma s'imprime dei codici della terra, si sovrappone a livelli tra orme e elementi della natura, ognuno con la sua storia, tra strati lisci o lievemente solcati, o maggiormente invadenti in un linguaggio raffinato capace di esaltarsi nella forma tra bianchi su bianchi e neri su neri. Infinite divengono le varianti dei neri o dei solo bianchi tessute in orditure capaci di esaltarne i toni più freddi e caldi, in una lettura infinita di variabili, luci e percezioni. Residui della terra ed elementi organici trovano spazio e forza e prevaricando il pensiero. Sin dagli esordi Vinicio non si è mai sottratto al colore, ma anzi la sua vitalità lo porta ad usare una tavolozza squillante e ad osare rischiosi contrasti, tra gialli e fucsia o rossi e lapislazzuli, in cui coniuga abilmente l'equilibrio visivo e l'eleganza formale verso una prospettiva multipla.
Anche i rossi e neri diventano importanti tra massicce sporgenze e piani lisci o lievemente solcati, in un codice variegato da leggere.
La gomma diviene elemento plasmabile quasi atto a descrivere disegni. Ed ecco i piccoli tasselli leggeri in cui intervengono diverse tonalità, più tenui, a cui affidare il compito di imprimere una traccia di bosco o l'orizzonte di un mare.
Barbara Vincenzi (2017)